A fronte di una complessa situazione economica e sociale è necessaria, subito e senza indugi, la ripresa dell’iniziativa, dopo la pausa estiva, con una chiara agenda sindacale, da proporre a governo e associazioni datoriali.
Un primo ordine di problemi è rappresentato dal “lavoro “povero” e sovente rifiutato, in quanto segnato da basse retribuzioni e dequalificazione professionale, in cui si inserisce l’esigenza di attribuire ai lavoratori autonomi ma economicamente dipendenti – il paradigma è quello dei rider – le stesse tutele del mondo del lavoro subordinato”. Connesso al lavoro “povero” è, certamente, il dramma delle morti e degli incidenti sul lavoro, che sembra sempre più, purtroppo, una sorta di bollettino di guerra.
Cruciale su tale argomento, fondamentale per la vita di milioni di lavoratrici e lavoratori del nostro Paese, è l’appuntamento del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro e, tra questi, il settore metalmeccanico, in cui il sindacato deve contrattare non solo migliori condizioni retributive, anche attraverso la valorizzazione del welfare aziendale, ma anche impegni sul terreno di investimenti che impediscano il declino dell’industria italiana, così come sembra possa avvenire per il settore dell’auto. Il commercio e la grande distribuzione, poi, con la difesa dei diritti dei lavoratori, con particolare attenzione alla stabilità occupazionale e al contrasto della precarizzazione, che affligge numerosi dipendenti del settore, così come il Settore Agroalimentare, segnato da una fase strategica di granditrasformazioni, che impongono salari equi e condizioni di lavoro dignitose, soprattutto nelle aree rurali, con il contrasto al lavoro “nero” e al caporalato, con lo sfruttamento soprattutto degli immigrati, che affligge vaste aree del nostro Paese e non solo del Mezzogiorno.
E nel comparto industriale, di grande rilievo per la Confial è il rinnovo del contratto collettivo della Concia, il cui la nostra Organizzazione si presenta quale leader del comparto, con un CCNL all’avanguardia sia sul terreno salariale, che sul piano normativo, esprimendo la cultura dell’innovazione sindacale.
Un discorso a parte merita il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, sia sul terreno del recupero del potere d’acquisto dei dipendenti pubblici, che in ordine alla modernizzazione di un settore decisivo per aumentare la competitività del “Sistema-Italia” e rispondere alla domanda di efficienza dei cittadini sul terreno dei servizi all’utenza.
Certo, il quadro sindacale è complesso ed appesantito dalle divisioni che sembrano uscite dalle visceri del ‘900 fordista, tra le centrali cosiddette “storiche”,. Ma dietro la contrapposizione tra modelli sindacali, uno conflittuale l’altro collaborativo, senza spazio per le posizioni del riformismo europeo, la divisione appare politica rispetto al rapporto con il governo Meloni, che alla fine indebolisce ulteriormente il mondo del lavoro.Con il governo, invece, così come le istituzioni sul territorio, il sindacato ha il dovere – senza pregiudizi politici né tantomeno ideologici – di chiedere e sviluppare il dialogo sociale, per uno sforzo collettivo nell’interesse della società e dell’economia italiane.
I temi unificanti non mancano nell’agenda sindacale, come la Confial ha indicato nel corso della celebrazione della Festa del lavoro a Venatro in provincia di Isernia, a partire dalla digitalizzazione dell’economia e dalla transizione ecologica, per “rigenerare il lavoro” e tutelare la sua dignità.
Serve una nuova unità d’azione sindacale nel pluralismo, oltre gli steccati del ‘900, anche accettando di superare le attuali regole non più attuali in materia di rappresentanza, rappresentatività, per affrontare il tema della efficacia dei contratti collettivi e garantire i principi di libertà e pluralismo sindacali sanciti dall’art. 39 della nostra Costituzione, con una “legge sindacale” fondata sull’equilibrio tra previsione costituzionale, autonomia collettiva e diritto vivente, per governare l’emergenza e il cambiamento, per creare uno scenario di speranza al mondo del lavoro e alla società italiane.
E per questa prospettiva e per valorizzare la propria base associativa, la Confial sta discutendo con altre Organizzazioni, con cui condivide principi e valori, di dare vita ad alleanze che esaltino il pluralismo e l’innovazione dell’azione sindacali.
Il sindacalismo italiano, se intende accettare la sfida dei cambiamenti, deve dotarsi di nuove competenze e interagire con tutti i soggetti che sono produttori di processi di innovazione e di ridefinizione delle regole che sorreggono i modi di produrre, l’economia, la società, che insieme a forme di lavoro dignitoso e regolare richiedono nuovi sistemi di welfare e nuove forme di rappresentanza sociale, politica, istituzionale con una visione culturale adeguata ai cambiamenti in essere.
La Confial è impegnata su questo terreno, in alternativa a posizioni sindacali di retroguardia, di difesa di privilegi di organizzazione, per dare una prospettiva di rinnovamento alla società italiana, in cui il mondo del lavoro rappresenti una risorsa da valorizzare.