OTTO MARZO. NON SOLO MIMOSE MA SCIOPERO E MANIFESTAZIONI CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE E SUI DIRITTI.

di Benedetto Di Iacovo*

manif-26-novembre DONNEQuesto 8 marzo, non solo mimose. Ci sarà una mobilitazione delle donne che coinvolgerà 40 Paesi del mondo e a cui parteciperanno, sicuramente, milioni di donne.

D.i.Re, l’Associazione Donne in rete, ha invitato tutte le donne a far parte di una mobilitazione planetaria e a incrociare le braccia l’8 marzo formalizzando lo slogan: “Se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo”.

CONF.I.A.L. Nazionale aderisce alla iniziativa, con l’invito a manifestare e scioperare, per gridare il proprio disprezzo contro ogni violenza e, su quella sulle donne in particolare, invitando tutte e tutti ad aderire ad ogni manifestazione in giro per l’Italia, promosse dalle diverse Associazioni e dai centri antiviolenza.

CONF.I.A.L. della provincia di Cosenza, ad esempio, ha segnalato di avere già aderito alla manifestazione del centro antiviolenza di Rende, intitolato a “Roberta Lanzino” giovanissima ragazza cosentina, vittima della furiosa violenza di un bruto.

In generale CONF.I.A.L. nazionale invitando tutte le associate e gli associati a partecipare alle manifestazioni in giro per l’Italia, intende manifestare il proprio sentimento di rigetto e disprezzo di ogni tipo di violenza e di quello sulle donne e bambini, in particolare.

E’ paradossale che la violenza calchi ancora in maniera preponderante la cronaca del nostro Paese. Il XXI secolo ha raggiunto tanti traguardi ma non è ancora riuscito a risolvere problemi come violenze, sfruttamento, discriminazioni, mobbing, illegalità, lavoro nero ed irregolare.

Centinaia di milioni di persone, ancora oggi, in tutto il mondo, sono vittime di discriminazioni a vario titolo e sfruttamento sul lavoro, delle donne, in particolare. Una prima assoluta discriminazione e disparità, consiste nel fatto, ad esempio, che, ancora oggi, a parità di mansioni il reddito di una donna è spesso inferiore a quello di un uomo e la presenza femminile è maggiore nei lavori sottopagati e poco protetti, nel settore informale, nei lavori atipici o in quelli non remunerati, per non parlare delle posizioni apicali anche nella pubblica amministrazione.

https://www.youtube.com/watch?v=IUrJu9kpQ-o

CONF.I.A.L è cosciente che detto fenomeno è fortemente presente anche nel mondo del lavoro e, quindi, va combattuto. Per questo, oltre a firmare CCNL a livello nazionale con altre associazioni sindacali e datoriali dell’autonomia, che prevedono specifiche clausole di non discriminazione e di “azioni positive” a favore delle donne,  conta, soprattutto, sull’intelligenza di donne e uomini che, insieme, sapranno contrastare ogni tentativo di violenza e/o discriminazione verso le donne e sapranno, soprattutto, superare, proporre e costruire una società ed anche un  sindacato nuovo e inclusivo, che oltrepassi la contrapposizione tra genere come cultura dominante; una società ed un  sindacato che si aprano alle differenze e sappiano rappresentare interessi ed esigenze, spesso contrapposti, di uomini e donne, giovani e anziani.  Educazione, rispetto e legalità, questi dovranno essere i presupposti per contrastare questo aberrante fenomeno di violenza e di discriminazione di genere.  Abbiamo dunque bisogno di un nuovo modello educativo solidale, fondato sul riconoscimento ed il rispetto, nonché sui diritti inalienabili di ogni essere umano, a partire dalle condizioni di vita e di lavoro.  Oserei pensare ad un “progetto Europa” di educazione ai valori: in modo particolare alla non violenza, al rispetto reciproco, alla pace, alla giustizia, alla libertà, alla condivisione dei problemi, alla salvaguardia dell’ambiente, al rispetto degli altri e della diversità, alla solidarietà. Questo processo non potrà che cominciare dalla scuola. Una scuola che si ponga non solo la missione dell’istruzione, ma anche quella della educazione dei ragazzi e delle ragazze.

*Coordinatore Nazionale CONF.I.A.L.

 

 

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