LA CONFIAL TRA ANNO VECCHIO E NUOVO.

Benedetto Di Iacovo, segretario generale della Confial

L’anno che si è concluso è stato certamente importante per lanostra Confial. Quello che si è appena aperto consoliderà ulteriormente i significativi risultati e successi dei gruppi dirigenti nella tutela dei lavoratori e soprattutto nella poderosa crescita organizzativa.

Confial è un sindacato di recente costituzione -circa dieci anni di attività- ma che è ormai radicato in tutte le regioni e province italiane e nelle più importanti categorie produttive, del terziario e del settore pubblico. Abbiamo sottoscritto importanti patti federativi e di adesione con altri sindacati che sono confluiti in Confial.

Confial ha sottoscritto 23 contratti collettivi nazionali di lavoro tra cui quello della concia e delle pelli e quello, altrettanto innovativo, per l’intero comparto dell’Agricoltura, sottoscritto qualche settimana fa con due organizzazioni sindacali e datoriali rappresentative, presenti nel CNEL. Confial è censita dal Ministero del Lavoro al quale ogni anno, trasmette i propri dati associativi. Ultimamente si è vista riconoscere dal competente Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la Federazione Nazionale Inquilini & Territorio FE.N.I.T. quale Sindacato degli Inquilini maggiormente rappresentativo. Anche in campo sociale lAssociazione AMIAMOLI-ODV, che si occupa di integrazione di Migranti e Immigrati è stata riconosciuta come ODV del Terso Settore dalla competente Regione Lazio attraverso lIscrizione al RUNTS. Sempre nel 2023 ha promosso una Associazione dei Consumatori denominata FE.DI.CONS – Federazione Italiana Difesa Consumatori, già riconosciuta nel Lazio e presto riceverà il riconoscimento nazionale dal competente ministero.

Una Organizzazione sindacale fondata su valori, che ha le proprie radici culturali nella tradizione democratica, riformatrice ed europeista del sindacalismo italiano, integrata da una visione comunitaria, che vuol tenere in equilibrio lo scenario generale con le istanze dei territori, con ormai consolidate basi organizzative. Confial infatti annovera nelle sue fila numerosi rappresentanti sindacali nelle aziende private e negli uffici pubblici, una struttura reticolare che offre servizi e assistenza ai cittadini e che persegue una strategia di modernizzazione delle relazioni sindacali nel nostro Paese, sostenendo la partecipazione dei lavoratori alle scelte d’impresa e a livello macroeconomico il dialogo sociale, per dare tutele a tutto il mondo del lavoro, anche a quei lavoratori dell’economia 4.0 in atto senza diritti.

E in questo quadro di diffusa presenza organizzativa, la nostra Confial, ha celebrato il 21 marzo 2023 il suo decennale presso Senato della Repubblica il decennale, alla presenza di autorità istituzionali, rappresentanti politici, leader storici del sindacalismo italiano ed europeo, tra i quali Giorgio Benvenuto e il presidente del più forte sindacato della Romania Bogdan Hossu ed esponenti di altre organizzazioni sindacali e datoriali.

Per il 2024 il nostro impegno continuerà per evitare che il futuro del sindacalismo italiano, a causa dei ritardi e delle divisioni delle confederazioni tradizionali, possa essere quello della “parabola” descritta da Aris Accornero più di trenta anni or sono, con un sistema sindacale confederale che sembra uscire dal cuore della metà del ‘900 e la vecchia dialettica tra conflitto e collaborazione, fuori dagli schemi del sindacalismo europeo di matrice riformista.

E nel 2024 la Confial, forte della sua crescita organizzativa, continuerà l’impegno per superare il modello di corporativismo semi-pubblicistico che, nei fatti, segna le relazioni industriali in Italia, tendente ad una sorta di esclusività di stampo monopolistico delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva, non rispondente alle attuali dinamiche sociali e ai dati reali sulla rappresentatività, vera e non presunta, con un’evidente lesione del principio costituzionale della libertà sindacale, prescritto dal 1° comma dell’art. 39 della Costituzione. Il 900 è finito da tempo, nuovi modelli di rappresentanza irrompono sulla scena sociale equeste dinamiche, finalmente, trovano riscontro anche nella composizione del CNEL, recentemente rinnovato, che certifica unelevato pluralismo sia dei sindacati quanto delle associazioni datoriali – come testimonia la presenza del presidente dell’Unsic con cui sottoscriviamo diversi CCNL. Risultano, per fortuna e anche per questo, sempre meno efficaci i vecchi paletti di un ordinamento intersindacale statico, che impedisce a chi ne è fuori di esercitare legittimamente diritti sindacali e funzioni di contrattazione collettiva.

Tema, quest’ultimo, che abbisogna ormai, senza remore, proprio di un intervento legislativo regolativo, rispettoso dei principi e delle previsioni dell’art. 39 della Costituzione, letti in chiave evolutiva secondo l’insegnamento del diritto vivente, per riscrivere e aggiornare relazioni industriali che mostrano evidenti segni di logoramento.

Insomma, gli schemi sindacali del secolo breve, del ‘900 non sono più in grado di cogliere i fermenti del mondo del lavoro e gli elementi innovativi capaci di produrre diverse politiche contrattuali – che, nell’attuale condizione inflazionistica, sappiano recuperare il potere d’acquisto di salari e pensioni – nuove e più agili relazioni industriali in cui rappresentanza e rappresentatività siano espressive della libertà di scelta sindacale attraverso il voto dei lavoratori.

Ancora una volta, probabilmente, si tratta di una sostanziale difficoltà a cambiare. Serve un cambiamento che consiste nel mutare in tempi non lunghi della struttura e nelle culture organizzative rimanendo però in qualche modo sé stessi, per porsi più proattivamente nei confronti delle nuove sfide, che i temi dell’ambiente e della digitalizzazione, dell’Economia 4.0 e dell’intelligenza artificiale pongono al sindacalismo su scala globale in questo XXI secolo. Secolo che, purtroppo, mostra i segni di una nuova divisione geopolitica, con guerre sanguinose che toccano anche persone indifese, come bambini e anziani, si veda l’Ucraina e il conflitto tra Israele ed Hamas, e che riguarda anche il sistema economico, come evidenzia il proselitismo dei Brics (i Paesi di nuova economia, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, a cui si sono aggiunti Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi, un gruppo che vale il 36% del pil mondiale  e il 47% della popolazione dell’intero pianeta).

Uno scenario in cui continua l’impoverimento della società italiana, attraverso l’aumento surrettizio delle tasse soprattutto su salari e pensioni, meno Welfare, austerity per i ceti deboli per favorire il mercato, con la “crisi della democrazia” basata su classi dirigenti politiche che possono apparentemente anche essere in competizione o in accordo, ma, comunque, subalterne al pensiero unico mercatistico e ai suoi guasti sociali di una globalizzazione disumana che mette al centro il mercato e in secondordine le persone.
Per questo serve più sindacato, più comunità, più valori: serve più Confial, una comunità di persone che operano quotidianamente quali costruttori di futuro dando voce e valore al lavoro.

Buon Anno a Tutte e a Tutti!

Benedetto Di Iacovo, Segretario Senerale Confial nazionale

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