“Sembra che questa volta si voglia davvero ripartire con il Ponte sullo Stretto e, naturalmente, come una sorta di riflesso condizionato, ripartono le polemiche e si rilanciano veti e pregiudizi, in parte per visioni legate a vetero-ambientalismi ovvero per scarsa conoscenza della funzione civile ed economica di tale opera”. Esordisce così Benedetto Di Iacovo, segretario generale della CONFI.A.L. (Confederazione Italiana Autonoma Lavoratori).
“Sorprende l’opposizione di parte del sindacato, in primo luogo della Cgil – continua il segretario – che immemore della storica posizione della sua confederazione, come nel “Piano per il lavoro” di Giuseppe Di Vittorio fondato su investimenti pubblici per creare occupazione, ha scelto la ferma contestazione, che sembra richiamare pauperismi e “decrescite felici”. Così come non si comprende chi – aggiunge – come la Uil, subordina il Ponte alla realizzazione di altre opere pubbliche, quale l’alta velocità da Salerno sino in Sicilia, non tenendo in conto, come hanno dichiarato le Ferrovie dello Stato, che solo il collegamento stabile può consentire di modernizzare la rete ferroviaria nel Mezzogiorno. Mi piace ricordare – afferma di Iacovo – che un leader autorevole della Uil, come Pietro Larizza, fu sempre favorevole al Ponte e che la firma sul disegno di legge sulla sua realizzazione, nel 1971, era di Italo Viglianesi quale ministro dei Trasporti, che fu fondatore e primo segretario generale della Uil.
La posizione di CONFI.A.L.
La CONFI.A.L. è favorevole al Ponte – riporta Di Iacovo – perché creerà occupazione, sviluppo economico e redistribuzione del reddito verso il Sud, creando una nuova megalopoli che interconnetta le due principali città, Messina e Reggio Calabria, ma che potrà interessare anche le aree comprese tra Catania e Vibo Valentia.
Clicca sul link per leggere l’articolo completo:👇
https://roma.repubblica.it/dossier-adv/eccellenze-lazio/2023/09/15/news/confial_sullo_stretto_un_ponte_euromediterraneo-414383793/