Il Segretario generale Confial Di Iacovo su scioglimento delle camere e voto anticipato

Sullo scioglimento delle Camere e il voto anticipato del 25 settembre, è intervenuto il segretario generale della Confial Benedetto Di Iacovo:

“La fine anticipata della legislatura rappresenta il punto terminale di una lunga crisi della politica italiana, delegittimata sul terreno della rappresentanza e incapace di rispondere alle esigenze della società italiana. Forze politiche (persona) senza più chiari riferimenti valoriali e culturali, oscillanti tra populismo e notabilato, hanno posto fine ad un’esperienza di governo presieduta da una personalità di altissimo profilo internazionale e con essa a riforme ed azioni per modernizzare il Paese, in una prospettiva di solidarietà sociale e territoriale. Rimangono così sospesi l’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con il vincolo del 40% in favore del Mezzogiorno, una parte significativa della Riforma della Giustizia, il salario minimo per legge (anche se era necessario depurarlo da tentativi di legittimare i contratti collettivi delle centrali “storiche”, aggirando la previsione costituzionale).   Le moltissime vertenze occupazionali aperte, la mancanza di politiche industriali,  l’eco-bonus che resta appeso, inibiscono  la necessaria governabilità del nostro Paese, in uno scenario globale segnato dal dramma dell’invasione russa in Ucraina con le conseguenze sociali ed economiche per i lavoratori che si impoveriscono sempre di più anche per effetto dell’innalzamento dei prezzi, soprattutto dei carburanti, e le imprese in Italia che non riescono ad avere certezze dalle istituzioni, quindi aiuti concreti per l’abbattimento del cuneo fiscale, con gli spettri della crisi energetica che incombe sul mondo della produzione di beni e servizi, dell’inflazione che erode il potere d’acquisto e della recessione che aggredisce occupazione e competitività, i cui perversi effetti si avranno in autunno.

La Confial auspica che il Governo dimissionario, o uno eventuale di transizione che accompagni alle elezioni, non si limiti all’ordinaria amministrazione, ma continui nell’azione intrapresa sui capitoli strategici per il Sistema-Paese, mentre l’auspicio è che si possa rivedere questa demoniaca legge elettorale con il ripristino delle preferenze e la certezza che dalle urne scaturisca una maggioranza di governo che abbia una rigorosa vocazione democratica, repubblicana e di riformismo sociale, capace di rendere marginali quelle forze populiste e massimaliste che hanno provocato la crisi e quelle altre che per meri giochi e calcoli politici si sono accodate.

L’Italia per il suo prestigio internazionale, individuato nella figura del presidente Mario Draghi, vengono meno nel momento topico e più difficile per l’Italia e gli italiani e per tutta l’Europa. Quelle forze politiche populiste e massimaliste e loro rappresentanti, che hanno aperto la crisi, sono dilettanti allo sbaraglio, pericolosi per i cittadini e il Paese, e come tali vanno punite nelle urna”.

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