“E’ davvero paradossale che le tre centrali sindacali, separate nel giudizio e negli strumenti di azione sindacale sulla manovra economica del Governo, si siedano con nonchalance a Palazzo Chigi, riprendendo così il vecchio slogan del fondatore della Cisl, Giulio Pastore, marciare divisi, colpire uniti, a sua volta preso in prestito dal generale prussiano von Moltke il Vecchio”: comincia così, una dichiarazione di Benedetto Di Iacovo, segretario generale della Confial.
Secondo il leader sindacale “la Triplice dà un’immagine di sé davvero bizzarra, proponendo divisioni strategiche dannose per i lavoratori e i pensionati – con il modello consociativo della Cisl contrapposto a quello conflittuale e antagonista di Cgil e Uil, quest’ultima slegata dalla propria storica tradizione riformista – ma unite per difendere vecchie e logore posizioni di monopolio rappresentativo, che violano il principio costituzionale di libertà sindacale, di cui all’art. 39, comma 1, ma anche all’attuale effettiva rappresentanza collettiva nel nostro Paese, segnata da elevato pluralismo associativo”.
“Lo sciopero, per un sindacato che intende per davvero tutelare lavoratori, pensionati e i cosiddetti ultimi e che lavora per il futuro delle generazioni e per lo sviluppo del Paese, deve essere l’arma estrema. Si fa quando si attaccano i diritti conquistati, i salari, le pensioni, le libertà democratiche e quelle sindacali, come quelle previste dall’art. 39 della Costituzione sulle libertà sindacali, che proprio loro violano quotidianamente attraverso una vera e propria presunzione del monopolio della rappresentanza. Questa manovra del governo non prende soldi dalle tasche dei lavoratori, redistribuisce reddito attraverso la riforma dell’irpef, non impone altri balzelli e cgil e uil per una presunta mancata, equa progressività delle imposte (dimenticando che la no tax area è già in godimento dei lavoratori con redditi bassi), hanno fatto uno sciopero divisivo, dannoso e sbagliato sia per il momento che per le rivendicazioni proposte. E questo lo fanno proprio mentre questo Presidente del Consiglio, convoca la triplice quasi settimanalmente come se questi rappresentassero, in esclusiva, tutto il mondo fuori della effettiva rappresentanza. Non sarà sfuggito a nessuno che nessun esercizio commerciale o negozio è rimasto chiuso, nessuna fabbrica ha cessato in quella giornata le attività produttive, nessun altra attività lavorativa o sistema dei trasporti ha creato disagi in quella giornata. Si è fatta una manifestazione di quadri, dirigenti, funzionari sindacali e qualche pensionato, con tantissimo rispetto verso quest’ultimi, ma non si è trattato sicuramente di uno sciopero generale. Teatrino finale la Cisl fa una manifestazione a favore del Governo. Una cosa davvero singolare”.
Di Iacovo conclude “siamo al teatrino, alla commedia degli inganni e quindi ritorna ad invocare, ancora una volta, una legge di definizione della rappresentanza, della rappresentatività e dell’efficacia generale dei contratti collettivi, rispettosa delle previsioni costituzionali in materia, ad esempio dell’art. 39 sulle libertà sindacali, modificando subito l’art.19 dello Statuto dei lavoratori e consentendo a tutti i lavoratori di votare liberamente sui luoghi di lavoro per scegliere i propri rappresentanti, attraverso la elezione diretta delle RSU, con la previsione di presentazione delle liste e di partecipazione al voto di tutte le sigle presenti nei luoghi di lavoro, che abbiano almeno una presenza pari al 5% del totale dei lavoratori, lasciando così ai lavoratori e non alle sigle di stabilire da quale sindacato vogliono essere rappresentati”.