“La sottoscrizione del Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti del settore conciario e della lavorazione della pelle e del cuoio tra la Confederazione Italiana Autonoma Lavoratori (Confial) e Federconcia Italia, costituisce un esempio di innovazione nel campo delle relazioni industriali e di equilibrio tra garanzie sociali ed esigenze di competitività aziendale”: così, il segretario generale della Confial Benedetto Di Iacovo ha commentato l’accordo avvenuto il 1 settembre scorso, che interessa 23 mila addetti in 1800 aziende, essenzialmente concentrati nei tre grandi Distretti produttivi del comparto in Veneto, Toscana e Campania, con microdistretti in Puglia e Lombardia.
L’industria conciaria italiana è storicamente considerata leader mondiale in termini di valore – 65% a livello UE, 23% sul totale planetario, con 128 milioni di metri quadri di pelli finite e 10 mila tonnellate di cuoio da suola – e a livello di internazionalizzazione, per l’elevato sviluppo tecnologico e qualitativo, lo spiccato impegno ambientale e la capacità innovativa in termini di design stilistico. La concia italiana è da sempre un tipico esempio di successo del modello distrettuale che tradizionalmente caratterizza una parte rilevante dell’economia manifatturiera nazionale, contribuendo ad affermare il Made in Italy in tutto il mondo.
“Il nuovo contratto collettivo – ha aggiunto il leader della Confial – è fondato su di un modello di relazioni industriali partecipative, inclusive e di prossimità territoriale, aperto anche all’adesione di altri soggetti collettivi, del lavoro e dell’impresa secondo i principi del pluralismo e della libertà sindacali, per valorizzare le comunità locali nella prospettiva di una rinnovata Unione europea fondata sulla socialità anche dopo la pandemia”,
Infatti, il CCNL del settore, non presenta solo importanti vantaggi salariali per i lavoratori, in linea con altri contratti omologhi, ma ha significativi elementi innovativi.
In primo luogo è il primo contratto collettivo nazionale che disciplina tutte le categorie di lavoratori operai, impiegati, quadri e dirigenti, con una regolamentazione unitaria del lavoro nella comunità d’impresa, che pone al centro l’azienda ed i suoi lavoratori, intesi come comunità sociale e di diritti, come nel modello comunitario di Adriano Olivetti. Inoltre, il nuovo CCNL per la concia e la pelle prevede alcuni istituti di particolare favore per i dipendenti del settore, quali: l’inquadramento dei collaboratori che è contrattualmente conforme all’EQF (Norma Europea di classificazione delle Professionalità), quindi molto rigoroso e distribuito su otto livelli più quadri e dirigenti; riconoscimento di indennità in presenza di particolari onerosità della prestazione (ad esempio per maneggio denaro, lavoro a turni, forme di flessibilità, condizioni disagevoli ecc.); salvaguardia delle condizioni di miglior favore già esistenti; welfare contrattuale per un minimo di 600 euro all’anno, quale premessa della costituzione di welfare aziendale; previsione della sottoscrizione di un accordo di gradualità per i lavoratori a cui è applicato il CCNL del settore artigianato, nel Veneto in particolare, con il riallineamento retributivo per i dipendenti, in presenza di eventuali differenziali economici relativi alla retribuzione; mobilità verticale per lo sviluppo della professionalità; contrattazione aziendale per eventuali adibizioni a mansioni inferiori, promiscue e jolly, senza unilateralità aziendale ma sulla base di accordi; formazione e riqualificazione continua; polizze assicurative.
Per Di Iacovo “lo spirito comunitario di valorizzazione del lavoro in azienda, è anche esaltato da importanti istituti di democrazia industriale, come la partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa (prevista dall’art. 2099 c.c. e mai attuata) e alle scelte strategiche imprenditoriali, in primo luogo su investimenti in tecnologie e sicurezza e di democrazia sindacale, con la previsione di referendum aziendali promossi anche dai lavoratori in ragione di 1/3 di richiedenti sul numero totale della platea di riferimento.