Sullo sciopero generale di Cgil-Uil è intervenuto il leader della Confial, Benedetto Di Iacovo, il quale, dopo avere sottolineato che lo sciopero è un diritto sacrosanto sancito dalla Costituzione a tutela dei lavoratori e contro ogni forma di sfruttamento, evidenzia che l’iniziativa odierna dei due sindacati appare legata più a vecchi schemi ideologici del conflitto sociale per di più politicizzato, che nei servizi pubblici finisce per scaricarsi sugli incolpevoli utenti, che sono, essenzialmente, lavoratori, lavoratrici, giovani e anziani, che una protesta effettiva per tutelare il lavoro e la sua dignità.
Secondo il segretario generale della Confial, “lo sciopero sancisce una rottura profonda nei rapporti tra le tre centrali cosiddette “storiche”, con la riproposizione di un vecchio schema sindacale, in cui si contrappone un’ala movimentista con forti connotati di radicalismo sociale e un’altra collaborazionista, entrambe intrise da cultura da “cinghia di trasmissione”, a favore del governo o dell’opposizione.
La nostra cultura – tiene a ribadire Di Iacovo – è di tutt’altra natura. E’ partecipativa, non ha matrice solo antagonista, ma è fatta di proposte nel merito, perché l’intento deve essere sempre quello della migliore difesa dei diritti dei lavoratori e per promuovere la solidarietà e lottare contro ogni forma di sfruttamento e discriminazione. Dialogo sociale, partecipazione dei lavoratori alle scelte d’impresa, contrattazione, anche di secondo livello, per aumentare le retribuzioni contro il “lavoro povero”, formazione continua e welfare aziendale per “Rigenerare il lavoro” ed estendere le tutele sociali anche a chi è fuori dal perimetro tradizionale del lavoro dipendente, chiedendo alle istituzioni pubbliche impegni seri sulla sicurezza e la legalità nel mondo del lavoro, sono i punti fondamentali di un sindacalismo di questo tempo”.
“Ma la rottura tra Cgil-Uil e Cisl – secondo Di Iacovo – oltre a sancire la fine anche della residua unità d’azione tra i sindacati confederali, evidenzia il definitivo superamento del regime di monopolio detenuto da queste organizzazioni – grazie ad una legislazione di sostegno non più attuale – , da Di Iacovo considerate “ghiacciai in scioglimento”.
Anche per queste ragioni serve aprire la strada all’affermazione di un pluralismo sindacale, espressivo di una vera rappresentatività, per la quale –conclude il leader della Confial – è tempo di approvare una “legge sindacale” attuativa dell’art .39 della Costituzione in chiave evolutiva e, in attesa di ciò, occorre l’abrogazione dell’art.19 dello Statuto dei lavoratori, che negli anni ha consacrato questo vetusto monopolio, in favore di una norma che consenta a tutti i lavoratori nei singoli posti di lavoro, di non avere dirigenti sindacali (RSA) designati dalle OO.SS., ma di votare liberamente senza “gabbie sindacali”, favorite anche da alcune associazioni dei datori di lavoro, i propri rappresentanti aziendali attraverso libere lezioni aperte a tutti per eleggere le Rappresentanze Sindacali Aziendali (RSU).
E’ cosi che si esercita la democrazia diretta e si rispetta il principio delle “Libertà Sindacali”, sancito dall’Art. 39 della Costituzione, rimasto inattuato da oltre settant’anni, anche per complicità sindacali.